Come promesso la settimana scorsa, ecco la parte II de "I
Promessi Sporchi" scritta per noi dal sommo Arnaldo F.
Un grazie al geniale scrittore,
I PROMESSI
SPORCHI - parte II
(la prima parte si
trova, cliccando
qui)
Spermo era
sopito in sogni di sesso sfrenato, notti arabe di orge e
sadomaso, le mille e una notte di rapporti anali. Quando
Gioberto entrò Spermo si era già smerdato di bianco il
bonigolo (espress. colorita per indicare l'ombelico) così
disse al bimbo: "Leccami per favore, devo essere presentabile
per la mia donna". Il bimbo gli pulì tutto e gli passò i
vestiti puliti. "Sarebbe meglio" disse Gioberto "Che si
portasse via un'arma, i bravi sono ovunque, ne ho visti due
per strada intenti a flagellarsi il membro". Spermo impaurito
prese la prima arma che gli capitò in mano, una roncola
taglia-prepuzi. Fiero di sé uscì di casa con Gioberto che lo
precedeva. Subito una freccia si scagliò sui testicoli del
fanciullo che gemendo morì. Spermo corse via fuorviando il
pericolo. Arrivato a casa di Lucciola, Astrusa lo accolse con
una delle sue solite eruttazioni rettali e dopo averlo
accomodato ad un tavolo gli offrì carne secca, un tozzo di
pane e del sidro Scozzese. In quelle zone si dice che il sidro
venga preparato dai novelli sposi evirati dopo il primo e
unico rapporto della loro vita, forse per questo la bevanda ha
un retrogusto di gruvea. Lucciola scese la scala più bella che
mai vestita da sposa; aveva delle calzature alte con le
borchie triangolari, una calzamaglia a rete e un completo
bianco come la panna che viene preparata in Islanda dai
pescatori di merluzzi. Era piena di merletti di forma fallacea
e aveva due coppe in prossimità del reggiseno che le
sollevavano le giuggiole fino a far intravedere le ciliegine;
sulla testa aveva una raggiera di spirali rosa volte ad
esaltare un viso truccato con argilla malesiana e nettare di
petali di rose bianche. Spermo non trattenne l'eccitazione e
il suo scroto premette i testicoli provocando un'alluvione di
umori all'interno delle sue brache.
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Dopo che
Lucciola raccontò a Spermo il fattaccio successo con Don
Mandingo Spermo comincio ad agitarsi e aveva nella mente una
sola parola: vendetta! Si disse che gli avrebbe fatto vedere
lui come si cavalcava un fondoschiena e la voglia di
possederlo cresceva di attimo in attimo. Ad un certo punto
Astrusa gridò: "Fermi tutti! Mi è venuta un'idea fantastica!
Spermo, perché non vai alla città di Tilecco a chieder
consiglio ad un legale? Lì c'è un certo Azzanna-cespugli che
ha naso per queste faccende…", "Oh Astrusa" replicò Spermo,
"la tua idea è a dir poco geniale! Vieni qui cosicché possa
abbracciare la mia futura suocera" e dopo averla cosparsa di
olii orientali le scivolò tra le gambe applicando una
posizione tantra; quanto amore c'era in quella casa! Sul più
bello entrò il nonno Gepe con due bottiglie di buon Gintonic e
la festa ebbe inizio. Dopo che tutti smaltirono la sbronza
Spermo andò in cortile e prese una lontra giacchè la suocera
gli aveva detto che per andare dall'Azzanna-cespugli non
bisognava avere le mani vuote. Appena arrivato a Tilecco
chiese dove abitava il legale e dopo aver aggiunto
l'abitazione vi entrò. Un odore acre di vaselina andata a male
circondava la cucina in mezzio alla quale stava avanzando una
prosperosa donna di 50-60 anni. La donna appena vide la lontra
cominciò a strusciarsela sulla bernarda e in quel che entrò l'Azzanna-cespugli
dicendo al ragazzo di accomodarsi nel suo studio. Il dottore,
alla domanda di Spermo se era legale sodomizzare una promessa
sposa per averla tutta la vita, pensò che il sodomizzatore
fosse Spermo così cominciando a masturbarsi il fringuello
prese dal tavolo una carta e dopo averla aperta disse: "Ohibò
ragazzo, perché ti sei rasato i peli pubici che i facinorosi
usano tenere a treccine?". Spermo rispose che lui non aveva
mai avuto treccine sul pube e che anzi era solito farsi
mangiare i cespuglietti del piffero dalla madre dell'amata. Il
dottore iroso mandò via Renzo dicendo che contro Don Mandingo
non si sarebbe mai messo poiché amava sollazzarsi con lui
nelle giornate uggiose praticando sesso orale. Spermo fece per
riprendersi la lontra ma la povera bestiola era ormai stata
battuta da tutta la servitù così se ne andò sconfitto.
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Mentre
Spermo era dal dottore, le donne, tra un'orgia lesbo e
un'altra, stavano cercando una soluzione e mentre Astrusa
sosteneva nell'aiuto dell'Azzanna-cespugli, Lucciola diceva
che doveva cercare aiuto in padre Cisborofo, un padre sodomita
col vizio dell'alcool. Intanto Spermo tornava a casa di
Lucciola e sedendosi si sparava una pippa con un gesto di
disapprovazione raccontando alle signore presenti il fattaccio
accaduto dal dottore. Astrusa era più vogliosa che mai e
vedendo il membro di Spermo vi si gettò sopra senza indugi
mentre le altre donne cominciavano a strusciarsi fra di loro.
Finita la pratica erotica Spermo se ne tornava a casa
confidando nell'aiuto di padre Cisboforo. La sera stessa per
distrarsi andò in un'osteria con gli amici a fumare oppio e
far ingoi, che spavaldo era Spermo!
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La mattina
d'autunno non lasciva sperare niente di buono, il paesaggio
triste e due cani maschi che si ingroppavano a vicenda erano
gli unici elementi evidenti in quel panorama desolato. In quel
mentre padre Cisborofo usciva dal convento per andare a
fricchettare con Lucciola. Cisborofo non si era sempre
chiamato così, una volta il suo nome era Losbrodico, figlio di
una prostituta thailandese e di un magnaccia vicentino che si
era arricchito. Losbrodico era un ragazzo di indole violenta,
più di qualche volte infatti aveva martellato il sedere della
madre e masticato i testicoli del padre ma un giorno egli
andando per strada trovo un nobile che pretendeva di essere
lui a fraccarglielo al suo passaggio. Losbrodico irritato
rispose a tono e disse che invece doveva essere lui a farlo;
così dai paroloni passarono alle armi… Losbrodico cominciò a
randellare il nemico con un fallo di ebano siriano e dopo
averlo ucciso si rifugiò in un convento di frati Capellottini
che era lì vicino. La folla lo difese dicendo che aveva ucciso
quel birbone per difendersi. Losbrodico allora decise di farsi
frate e andò a chiedere perdono alla famiglia del nobile
ucciso facendosi mettere il membro in tutti gli orifizi da
tutti i parenti. Da allora padre Cisboforo visse in castità
anale per il resto della sua vita.
La prossima settimana gli ultimi 2 capitoli con il file
completo da scaricare. A scuola, farete un figurone! Grazie ad Arnaldo Manzoni :-) |